Dottor Tansi, qual è stata la sua prima impressione?
“Stavo dormendo nei pressi di Cosenza e mi sono svegliato di
soprassalto. La scossa è stata forte e non mi stupisco che abbia creato
un po’ di preoccupazione, soprattutto nelle popolazioni direttamente
colpite. Alla scossa principale di magnitudo 5 sono seguite altre 42
repliche, di cui una 10 minuti dopo di magnitudo 3.3. Lo sciame sismico
sul Pollino dura ormai da un paio di anni, con circa 2200 scosse
registrate”.
Al di là dei numeri, cosa sente di dire ai cittadini?
“Le faccio una metafora, con un linguaggio semplice. Il terremoto è come una sbarra di legno che si spezza, e mentre succede ci sono degli scricchiolii. E’ impossibile per la comunità scientifica stabilire se la scossa di magnitudo 5 faccia parte di quest’ultimi, oppure preluda a qualcosa di più intenso”.
Allora su cosa bisogna basarsi? Che caratteristiche ha la faglia del Pollino?
“Si tratta di un punto critico, del punto dove finisce la catena appenninica che parte dall’Emilia Romagna e che è costituita da rocce calcaree. Mentre dal Pollino in giù c’è un altro mondo, fatto di rocce granitiche. L’ultima scossa importante da queste parti, di magnitudo 5.6 con epicentro Castelluccio si è verificata il 9 settembre 1998. Nel corso della storia ce ne sono state altre ma non superiori al settimo-ottavo grado della scala Mercalli. Non bisogna fare di tutta l‘erba un fascio. La Calabria è diversamente sismica, e la zona in questione non è paragonabile all’area dello Stretto di Messina, dove nel 1908 avvenne qualcosa di devastante”.
Queste zone sarebbero pronte per un grande terremoto?
“Non credo proprio. Partiamo dal presupposto che se fossimo stati in Giappone o negli Stati Uniti di una scossa del genere si sarebbe parlato poco e niente. In Calabria in particolare esiste un problema enorme: ci sono 92mila edifici abusivi e nessuno di questi reggerebbe in caso di catastrofe”.
Come è stato possibile arrivare a questo status quo?
“La situazione è gravissima e bisogna intervenire. La legge sismica regionale del 1994, applicata tuttora, consente un controllo a campione sui progetti presentati. Solo il 2% viene davvero esaminato, il restante 98% viene approvato lo stesso. Non sto a spiegare io perché questo modo di procedere fa comodo a tutti”.
E nessuno si è mai ribellato?
“Certo, le denunce sono state tante. Nel 2009 è stata formalmente approvata la nuova legge sismica con la giunta di centrosinistra, che poi non l'ha applicata. Il governo di centrodestra in carica dal 2010 sta continuando a rimandare l’applicazione di 6 mesi in 6 mesi. L’ultima data fissata è fine 2013, speriamo non sia troppo tardi”.(T.G.24)
Al di là dei numeri, cosa sente di dire ai cittadini?
“Le faccio una metafora, con un linguaggio semplice. Il terremoto è come una sbarra di legno che si spezza, e mentre succede ci sono degli scricchiolii. E’ impossibile per la comunità scientifica stabilire se la scossa di magnitudo 5 faccia parte di quest’ultimi, oppure preluda a qualcosa di più intenso”.
Allora su cosa bisogna basarsi? Che caratteristiche ha la faglia del Pollino?
“Si tratta di un punto critico, del punto dove finisce la catena appenninica che parte dall’Emilia Romagna e che è costituita da rocce calcaree. Mentre dal Pollino in giù c’è un altro mondo, fatto di rocce granitiche. L’ultima scossa importante da queste parti, di magnitudo 5.6 con epicentro Castelluccio si è verificata il 9 settembre 1998. Nel corso della storia ce ne sono state altre ma non superiori al settimo-ottavo grado della scala Mercalli. Non bisogna fare di tutta l‘erba un fascio. La Calabria è diversamente sismica, e la zona in questione non è paragonabile all’area dello Stretto di Messina, dove nel 1908 avvenne qualcosa di devastante”.
Queste zone sarebbero pronte per un grande terremoto?
“Non credo proprio. Partiamo dal presupposto che se fossimo stati in Giappone o negli Stati Uniti di una scossa del genere si sarebbe parlato poco e niente. In Calabria in particolare esiste un problema enorme: ci sono 92mila edifici abusivi e nessuno di questi reggerebbe in caso di catastrofe”.
Come è stato possibile arrivare a questo status quo?
“La situazione è gravissima e bisogna intervenire. La legge sismica regionale del 1994, applicata tuttora, consente un controllo a campione sui progetti presentati. Solo il 2% viene davvero esaminato, il restante 98% viene approvato lo stesso. Non sto a spiegare io perché questo modo di procedere fa comodo a tutti”.
E nessuno si è mai ribellato?
“Certo, le denunce sono state tante. Nel 2009 è stata formalmente approvata la nuova legge sismica con la giunta di centrosinistra, che poi non l'ha applicata. Il governo di centrodestra in carica dal 2010 sta continuando a rimandare l’applicazione di 6 mesi in 6 mesi. L’ultima data fissata è fine 2013, speriamo non sia troppo tardi”.(T.G.24)

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