giovedì 9 maggio 2013

I nostri antenati erano giganti








Nel corso degli ultimi due secoli, archeologi e paleontologi sono venuti in possesso di reperti sconcertanti che mettono in discussione le teorie finora elaborate per spiegare il processo che ha portato all'evoluzione dell'Homo Sapiens a partire dai primati arboricoli [Una nuova scoperta geologica potrebbe mettere in crisi la Teoria sull'Evoluzione Umana].
Teschi giganti, mandibole con denti smisurati e femori giganteschi sono stati rinvenuti in diverse zone del pianeta a testimonianza del fatto che c'è un grosso “buco” nelle teorie che spiegano l'evoluzione della specie Homo. Molto lentamente, la comunità scientifica si sta convincendo che in un passato neanche troppo remoto, ominidi giganteschi siano esistiti sul pianeta Terra.
Uno dei casi più documentati e accettati dalla scienza è quello del Gigantopitecus, venuto alla conoscenza degli scienziati nel 1935, grazie alla scoperta accidentale di alcuni misteriosi molari da parte del paleontologo tedesco Ralph Von Koenigswald in una farmacia di Hong Kong. Il ricercatore subito si rese conto di trovarsi di fronte ai resti di un gigantesco primate, forse il più grande ominide che abbia abitato il pianeta.
Basandosi sulle dimensione del molare, 2,5 centimetri di lato, si pensa che la gigantesca creatura arrivasse a misurare fino a tre metri di altezza e un peso corporeo di ben 500 chilogrammi. Le ricerche di Von Koenigswald andarono avanti per quattro anni, ma con l'inizio della Seconda Guerra Mondiale il paleontologo fu fatto prigioniero e costretto ad interrompere i suoi studi.
Una recente analisi del reperto di Hong Kong, eseguita dal cronogeologo Jack Rink dell'University of Ontario, ha permesso di stabilire che questo strabiliante ominide sia esistito per quasi un milione di anni, estinguendosi intorno ai 100 mila anni fa, durante il Pleistocene. I ricercatori ipotizzano che il Gigantopiteco abbia condiviso con l'Homo Erectus l'ambiente nel quale visse, da collocare nel sudest asiatico.
“Questo primate è coesistito con gli esseri umani in un momento in cui i primi homo sono stati sottoposti ad un grande cambiamento evolutivo”, spiega Rink nel resoconto offerto da Livescience.com [Il misterioso salto tecnologico dell'Homo Erectus]. Infatti, in alcune indagini successive, i ricercatori hanno rinvenuto altri resti fossili delle gigantesche creature, sopratutto mandibole nella provincia di Guangxhi, nel sud della Cina, la stessa regione dove alcuni pensano abbia avuto origine la specie umana moderna.
Con i pochi reperti a disposizione, gli scienziati sono stati in grado di ricostruire le effettive dimensione dell'ominide. “Le dimensioni dei reperti, come la corona del molare, ci ha permesso di capire le straordinarie dimensioni di questo essere”, conclude Rink.
Anche se la causa dell'estinzione rimane ignota, i ricercatori ipotizzano che il Gigantopiteco abbia subito le conseguenze di notevoli cambiamenti climatici e la concorrenza delle nuove specie di ominidi, più piccole, agili e facilmente adattabili alle nuove condizioni ambientali. [Uno scheletro gigante di epoca romana].

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